La prima cosa da fare per aiutare una vittima di arresto cardiaco è riconoscerlo.

Cos’è l’arresto cardiaco?

Arresto cardiaco vuol dire semplicemente che il cuore si ferma, e non pompa più il sangue in circolo. Le possibili cause sono molte, ma possono essere riassunte in due categorie: o si è rotto il motore (arresto cardiaco “meccanico) o è “impazzito” il sistema elettrico (arresto cardiaco “elettrico”). Il primo caso rappresenta di solito l’evento finale di una grave malattia, l’arresto elettrico invece si verifica più spesso nelle persone in apparente buono stato di salute (per esempio il calciatore Morosini). Il cuore è dotato di un raffinato sistema elettrico affinché tutte le cellule si contraggano in maniera coordinata mantenendo un ritmo adeguato alle esigenze del nostro corpo, che sarà più basso a riposo e mentre dormiamo e più alto durante l’attività fisica. Il malfunzionamento del sistema elettrico del cuore si chiama aritmia: le aritmie sono molto comuni (la maggior parte di noi ha le cosiddette “extrasistoli” o “battiti mancanti”), di solito sono benigne, e non causano nessun problema serio alla funzione di pompa del cuore. Esiste però un’aritmia particolarmente grave, la cosiddetta fibrillazione ventricolare, in cui l’attività elettrica del cuore è talmente scoordinata che non è in grado di generare nessuna contrazione: il cuore, di fatto, si ferma.

(attenzione a non confondere la fibrillazione VENTRICOLARE, con la fibrillazione ATRIALE, molto più comune e molto meno grave)

La fibrillazione ventricolare causa il 50-80% degli arresti cardiaci ed ha una caratteristica: nei primi minuti può essere interrotta da uno strumento che si chiama defibrillatore, che azzera l’attività elettrica anomala e fa ripartire il cuore con il suo ritmo normale. Attenzione però: il cuore ed il cervello resistono alla fibrillazione ventricolare solo per pochi minuti e se non si agisce in fretta purtroppo le possibilità di sopravvivenza diventano molto poche.

Arresto cardiaco ed infarto sono la stessa cosa?

Spesso l’arresto cardiaco viene confuso con l’infarto, o altresì detto attacco di cuore, che invece è causato dall’ostruzione di una arteria coronaria. Se vogliamo, possiamo paragonare le arterie coronarie al sistema di irrigazione del cuore, costituito da tre canali (come le tre coronarie): se uno dei canali si blocca per un coagulo di sangue, una parte di cuore “patisce la sete”, ed il paziente comincia ad accusare dolore al petto o alle braccia. E’ utile ricordare che in questo caso bisogna immediatamente chiamare il 118, perché solo se si agisce nelle prime ore sbloccando la coronaria si evita un danno permanente.

Ma allora perché tanta confusione tra  arresto cardiaco ed infarto? Perché in circa 1 paziente su 10 l’infarto è in grado di fare impazzire il sistema elettrico e causare la fibrillazione ventricolare. Addirittura l’infarto è la causa più frequente di fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco improvviso. Ma non è la sola causa: ce ne sono tante altre. Per esempio, si è detto che il calciatore Morosini era morto di infarto: niente di più falso! E’ morto di fibrillazione ventricolare, che nel suo caso purtroppo non è stata trattata col defibrillatore.


Come si riconosce l’arresto cardiaco?

Quando il cuore si blocca il sangue non scatenata da un infarto ma da un’altra malattia del cuore.circola più. Il cervello, che è l’organo più sensibile alla mancanza di circolazione, si spegne di colpo e la persona perde conoscenza (sviene). Ecco il primo segno dell’arresto cardiaco: la persona non risponde, anche se la si scuote in maniera vigorosa. Immediatamente poi la persona smette di respirare normalmente. Ecco il secondo segno dell’arresto cardiaco: la persona non respira normalmente.

Appena si verifica l’arresto cardiaco il corpo ha una reazione anomala e comincia a “boccheggiare” come un pesce: questo particolare tipo di respiro si chiama “gasping”, o respiro anomalo, e non è un respiro normale! Inoltre, la vittima può fare qualche piccolo movimento o avere delle brevi scosse, ma di nuovo si tratta di movimenti anomali che esprimono la sofferenza del cervello. Di solito il gasping passa dopo poche decine di secondi perché il cervello si spegne del tutto. Se però si pratica il massaggio cardiaco possono continuare più a lungo: questo è un buon segno, perché vuol dire che con le vostre mani state evitando che il cervello si spenga.

Se volete vedere cosa si intende per “gasping” vi invito a guardare questo video ma, ATTENZIONE, potrebbe non essere adatto alle persone facilmente impressionabili:

Ecco un altro esempio, questa volta recitato da un attore.

Quindi, riassumendo, se la persona non risponde e non respira normalmente deve essere considerata in arresto cardiaco, anche se fa qualche piccolo movimento o “boccheggia”. Nel dubbio, descrivi chiaramente all’operatore del 118 cosa vedi: sarà lui a guidarti.